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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Gli stati preunitari: origine, restaurazione, moti liberali - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.4 Lo Stato della Chiesa - Lo Stato della Chiesa dall'Età moderna a Napoleone

Lo Stato della Chiesa dall’Età moderna a Napoleone

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Pompeo Batoni, Ritratto di papa Pio VI, Giovanni Angelo Braschi, 1775, olio su tavola, 137x98 cm, National Gallery of Ireland, Dublino

Lo Stato Pontificio occupava tutta la parte centrale della penisola italiana ponendosi come barriera tra il nord e il sud e questo lo rendeva, fin dall’Età moderna, un problema importante per qualunque progetto politico istituzionale sul territorio italiano. Il potere dei papi aveva poi, di fatto, un carattere di sacralità, per l’Europa cristiana, anche se l’autorità papale era molto ridimensionata dopo la Riforma protestante nelle sue varie confessioni.
Gli equilibri interni dello Stato Pontificio si basavano su tre elementi: opere caritatevoli destinate ad alleviare la miseria della popolazione più povera; il sostegno da parte di una borghesia di estrazione non mercantile, legata alla burocrazia dello Stato e il sostegno della nobiltà locale, ricompensata con feudi, rendite e, in alcuni casi, anche con l’ascesa al soglio pontificio di alcuni fra i suoi rappresentanti più influenti. L’invasione napoleonica sconvolse questi equilibri: nel 1797 con il trattato di Tolentino, Napoleone ottenne da papa Pio VI la cessione alla Francia del territorio di Avignone (già residenza papale in Francia durante la Cattività avignonese, dal 1309 al 1377) e delle Legazioni romagnole alla Repubblica cisalpina. A Roma fu costituita la Repubblica Romana, strettamente legata alla Francia. Papa Pio VI fu arrestato, esiliato in Francia dove morì prigioniero. La Repubblica Romana filofrancese fu occupata dall’esercito del re di Napoli nel settembre 1799. Il nuovo papa, Pio VII, amministrò lo Stato Pontificio finché nel 1808 l’Italia fu nuovamente invasa dall’esercito imperiale di Napoleone. Anche Pio VII, come il predecessore, venne arrestato e deportato in Francia: la sua prigionia si prolungò fino alla caduta di Napoleone e alla Restaurazione nel 1814.

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