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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Gli stati preunitari: origine, restaurazione, moti liberali - 1 IL TEMA - La Restaurazione e i moti liberali 

La Restaurazione e i moti liberali

La Restaurazione sancita a Vienna nel 1815 aveva riportato al potere i sovrani spodestati da Napoleone e i gruppi sociali che li sostenevano: l’aristocrazia conservatrice, gli ordini religiosi, come i gesuiti, che avevano un ruolo importante nell’istruzione dei rampolli dell’aristocrazia, alcuni intellettuali legati ai modelli artistici classicheggianti. Inoltre, soprattutto nelle campagne, una parte della popolazione povera vide con piacere il ritorno al passato perché contava sulla beneficenza della Chiesa e dei conventi per la propria sopravvivenza.

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Jean-Baptiste Isabey, Il Congresso di Vienna
La stampa mostra i plenipotenziari europei a Vienna durante una riunione del Congresso che ridisegnò i confini degli stati europei. Il Congresso durò un anno circa tra incontri ufficiali, cene e balli. Gli incontri mondani e informali erano altrettanto importanti di quelli ufficiali perché favorivano le intese e i compromessi fra i diplomatici

Altri gruppi sociali erano stati invece danneggiati dal ritorno agli antichi ordinamenti: commercianti, banchieri e imprenditori, e anche la borghesia agraria, che avevano visto ripristinati i dazi alle frontiere o che avevano perso gli appalti pubblici legati alle campagne militari e si trovavano, in generale, preclusa qualsiasi possibilità di partecipazione; giovani esponenti della borghesia che avevano avuto opportunità di carriera nelle amministrazioni e negli eserciti napoleonici, in cui le promozioni erano legate più al merito che alla nobiltà familiare; intellettuali e anche giovani aristocratici che avevano avuto occasioni di lavoro nelle università, nei giornali e nelle riviste e che ora, con la ripresa della censura dei governi, erano guardati con sospetto e sorvegliati dalle polizie.

Tutti coloro che erano stati delusi e danneggiati dalla Restaurazione cominciarono a ritrovarsi nelle case, nei salotti e nei caffè per condividere la propria delusione e le proprie speranze per il futuro. Cominciarono a organizzarsi in società segrete, per sfuggire a divieti e censura o ad aderire a quelle già esistenti.

In queste società segrete, diffuse in tutta Europa, furono organizzate cospirazioni e sommosse per ottenere di nuovo le libertà di cui si era goduto, pur con i limiti dell’egemonia francese, durante il periodo napoleonico.

Questi fatti politici sono detti moti liberali, perché gli ideali di riferimento rientravano nella categoria del liberalismo politico: Costituzione, Parlamento e partecipazione dei cittadini all’amministrazione e al governo, diritto all’autodeterminazione dei popoli. I primi moti liberali si verificarono negli anni 1820-1821: in Spagna, in Portogallo, nel Regno delle Due Sicilie, in Piemonte e in Grecia, dove diedero l’avvio a una decennale guerra per l’indipendenza dall’Impero ottomano. Una nuova ondata di moti si verificò poi nei primi anni trenta (a Parigi, in Belgio, in Germania, nell’Italia centrale) e infine nel 1848 (ancora a Parigi, in Germania, in Italia, in Polonia e Ungheria e anche a Vienna).

Gli obiettivi e i partecipanti furono diversi nel tempo.

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