L’episodio di Villa Glori costituì l’occasione per tre importanti opere d’arte. Il tema era molto suggestivo perché alla
violenza del fatto si univa la tenerezza che ispirava l’amore fraterno di Giovanni Cairoli, gravemente ferito dalle
baionette dei gendarmi, nel disperato tentativo di difendere Enrico morente.
Il primo dipinto venne commissionato nei mesi immediatamente successivi allo scontro da Adelaide Cairoli, madre di
Enrico e di Giovanni, al pittore Carlo Ademollo. L’artista si documentò con scrupolo sui luoghi dell’avvenimento sia
visitandoli di persona sia richiedendo a Giovanni un’esatta descrizione della battaglia e uno schizzo degli appostamenti.
Un incarico analogo venne affidato a Gerolamo Induno, il principale pittore dell’epopea risorgimentale, dal marchese
Filippo Villani legato da amicizia ai Cairoli. L’artista concluse in pochi mesi il quadro e lo presentò pubblicamente
nell’agosto 1868 accompagnandolo con un racconto che aveva avuto la supervisione di Giovanni.
Oltre che in questi due dipinti, l’episodio è commemorato in un monumento in bronzo dello scultore Ercole Rosa
collocato sul Pincio a Roma. Il gruppo scultoreo rappresenta il drammatico momento in cui Giovanni cerca di difendere
gli ultimi istanti di vita di Enrico già colpito a morte.