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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il biennio 1848-1849 - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.6 La Repubblica di San Marco - L’ultima ora di Venezia

L’ultima ora di Venezia

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Arnaldo Fusinato (1817-1889) era nato a Schio in provincia di Vicenza. Nel marzo del 1848 partecipò alla difesa di Vicenza, anch’essa insorta contro gli austriaci. Ma quando dopo pochi giorni la città fu riconquistata dal nemico, si recò a Venezia, dove nel frattempo era stata proclamata la Repubblica di San Marco. Lì rimase nei lunghi mesi dell’assedio, fino a quando anche Venezia dovette arrendersi alle forze austriache. Poeta romantico, in questa poesia espresse tutto lo sconforto per la tragedia della città amata e l’angoscia per il prossimo esilio.

Il busto dedicato ad Arnaldo Fusinato nel Parco dei Donatori di Sangue a Schio

È fosco l’aere
il cielo è muto
ed io sul tacito

veròn seduto
in solitaria
malinconia
ti guardo e lacrimo
Venezia mia!

Fra i rotti nugoli
dell’occidente
il raggio perdesi
del sol morente
e mesto sibila
per l’aria bruna
l’ultimo gemito
della laguna.

Passa una gondola
della città:
– Ehi, della gondola,
qual novità?
– Il morbo infuria
il pan ci manca
sul ponte sventola
bandiera bianca!

No, no, non splendere
su tanti guai
sole d’Italia,
non splender mai!
E su la veneta
spenta fortuna
si eterni il gemito
della laguna.

Venezia! L’ultima
ora è venuta;
illustre martire,
tu sei perduta…
il morbo infuria,
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca!

Ma non le ignìvome
palle roventi
ne’ i mille fulmini
su te stridenti
troncàro
tuoi dì lo stame
Viva Venezia!
Muore di fame!

Su le tue pagine
scolpisci, o storia,
l’altrui nequizie
e la Sua gloria,
e grida ai posteri:
– Tre volte infame
chi vuol Venezia
morta di fame!

Viva Venezia!


L’ira nemica
la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria,
ma il pan ci manca…
sul ponte sventola
bandiera bianca!

Ed ora infrangesi
qui su la pietra
finché è ancor libera
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l’ultimo canto,
l’ultimo bacio,
l’ultimo pianto!

Ramingo ed esule
in suol straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai nel tempio
qui del mio cuore
come l’immagine
del primo amore.

Ma il vento sibila,
ma l’onda è scura
ma tutta in tenebre
è la natura:
le corde stridono,
la voce manca…
sul ponte sventola
bandiera bianca.

Guida alla Lettura

1) Secondo i canoni del Romanticismo, gli aspetti naturali del paesaggio rispecchiano i problemi e le emozioni umane che il poeta presenta. Verificalo, completando questa tabella, come nell'esempio.

2) Secondo Fusinato, Venezia ha dovuto arrendersi per la superiorità del nemico o per la mancanza di valore nei suoi difensori? Quali sono le cause che hanno portato alla resa?

3) Quale sorte prevede Fusinato per sé, sia come uomo che come poeta? Trova almeno tre parole che possono descrivere il suo stato d’animo.

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