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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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L’assedio di Calais: brani significativi – I parte
EUSTACHIO Qual silenzio funesto! Un gemer fioco
sol, tratto tratto, l’interrompe!... Ahi! Pianto
è dell’afflitto, che spirarsi accanto,
mira il padre, o il fratello! È derelitta
sposa, che plora del compagno estinto
sulla gelida salma!
È singhiozzo di madre, a cui le fonti
s’inaridir, che vita
fúro al lattante pargolo... ed ei muore
sul grembo onde già nacque! Orrendo stato!
Fatal penuria! Omai
e soccorso, e alimenti, e speme... e tutto,
tutto ne manca... tranne
il patrio amore. Ecco raggiorna affatto,
e ancora il figlio mio
non veggo!...
(Atto I, scena II)
Trema il terren!... Si veste
per me di lutto il cielo!
D’ogni crudel sciagura
è colma la misura!...
Oh! sventurata patria,
il tuo guerrier perì.
ELEONORA Fero, mortal periglio
il patrio suol minaccia!...
Egro, languente il figlio
mi stende invan le braccia!...
In tanto acerbo duolo
m’era conforto ei solo...
E quel conforto, ahi misera!
Il fato a me rapì.
(Atto I, scena III)
EUSTACHIO ed ELEONORA Un istante i mali oblio
dell’orrenda e lunga guerra!...
Un istante sulla terra
il destin sorrise a me!
Ah! gioisci, o suol natìo,
la tua spada in lui ti resta...
Splende in mezzo alla tempesta
una stella ancor per te!
(Atto I, scena IV)
AURELIO Ah! de’ giorni a me serbati
tutto il prezzo io sento adesso!
Il terren, ch’è tomba agli avi,
come è dolce riveder!
Spargo lagrime soavi
nell’ebbrezza del piacer!
Basti... ah! basti: di natura
innalzar la mente e i voti.
Qualche raggio di speranza
per Calais, signor t’avanza?
[…]
GIOVANNI Ei tace,
ma tacendo è assai loquace!
Della patria già s’appressa
l’ora estrema.
[…]
AURELIO Giammai del forte l’ardir non langue:
l’ultima stilla del nostro sangue,
l’estremo anelito la patria avrà.
Cadrem raggianti d’eterna gloria!...
Più luminosa d’ogni vittoria,
sin la sconfitta per noi sarà!...
GLI ALTRI Tremendo fatto dirà la storia!...
Patria infelice!... Una memoria
di te soltanto avanzerà!
[…]
ELEONORA E pertinace ognora
l’anglo regnante, la cittade a patti
aver disdegna, o padre?
EUSTACHIO La battaglia, in cui respinto
era Filippo, e vinto
e prigion fatto chi per lui reggeva
le sorti di Calais, crebbe l’orgoglio
del vincitor superbo: egli lo scempio
di noi tutti giurava.
AURELIO E ben s’avvisa
imperar di Calais fra le deserte
mura tacenti. Qui non batte un core
che non arda d’affetto
pel regnator che Iddio
ne dava...
(Atto I, scena V)
GIOVANNI Il popol tutto
vér te si avanza... Un uom feroce ardisce
accusarti de’ mali
onde siam carchi... Divulgar lo senti
che vota d’alimenti
fia la cittade al nuovo giorno... Un grido
sorge da tutti i petti ad acclamarti
il difensor più saldo
della patria, e del re. Pochi soltanto
iniqui o folli di colui son eco
all’empie voci... ed egli
già furioso irrompe a questa volta
chiedendo il sangue... Ah! dir non l’oso... Ascolta.
(Atto I, scena VI)
EUSTACHIO Che s’indugia? In questo core
scenda il ferro parricida.
(all’incognito e due seguaci)
Cieca gente, il reo furore
sfoga pur che a me ti guida.
Ah! vendetta innanzi a Dio
mai non chieda il sangue mio;
morir bramo invendicato,
perdonando il fallo a te.
AURELIO, ELEONORA, GIOVANNI,
ARMANDO, GIACOMO e PIETRO
Gente ingrata, non è questi
il tuo padre, il tuo sostegno?
E immolarlo tu potresti
al tuo folle, iniquo sdegno?
Ah! delitto così rio
griderebbe innanzi a Dio;
e quel sangue il cielo irato
ricader farebbe in te!
[…]
EUSTACHIO Del sangue mio, rispondimi
INCOGNITO Onde punir quel perfido
tuo baldanzoso ardire.
ché tu di giusta collera
le fiamme in lui sol desti.
EUSTACHIO Oh! qual balen tralucere
al mio pensier facesti!
Lo sguardo in volto affiggimi.
[…]
EUSTACHIO Alzatevi,
e quest’infame apprenda
Pria che perir qui vittime
d’orrida fame, a danno
usciam dell’implacabile
conquistator britanno.
Morte, ma in campo.
POPOLO Guidaci.
Morir saprem con te.
EUSTACHIO, AURELIO, GIOVANNI,
ARMANDO, GIACOMO, PIETRO e POPOLO
Sarà di guerra unanime
grido: la patria, il re.
Come tigri di strage anelanti
piomberem sul nemico spietato,
negli sguardi, nel volto spiranti
ira estrema, furor disperato...
Scorreranno torrenti di sangue,
tutto il campo una tomba sarà.
ELEONORA e LE DONNE DEL POPOLO
Della tromba lo squillo ferale
fia tremendo presagio di morte
s’avvicina il momento fatale...
Pianto o prece non cangia la sorte.
Ne persegue condanna di sangue,
ed è morta per noi la pietà.
INCOGNITO Il momento terribile è giunto
di noi tutti è segnata la fine.
M’uccidete, ma solo d’un punto
io precedo le vostre rovine,
ma d’un popolo intero col sangue
il mio sangue lavato sarà.
(Atto I, scena VII)
Per le attività consulta l’unità L’assedio di Calais: brani significativi – II parte.