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Il Regno delle Due Sicilie: la Restaurazione di re Ferdinando

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Ritratto di Ferdinando I delle Due Sicilie, prima del 1825

Ferdinando IV di Borbone tornò sul trono nel 1815 e subito diede avvio a una restaurazione prudente: cercò di conservare le strutture normative e amministrative napoleoniche, moderne ed efficienti, restaurando però gli antichi ordinamenti che premevano alla Chiesa (come le istituzioni caritatevoli per i poveri) e abolendo il matrimonio civile e il divorzio. Compì scelte di politica interna ed estera di grave peso: unificò il regno abrogando gli statuti di autonomia e la Costituzione della Sicilia e infatti cambiò il proprio nome in Ferdinando I delle Due Sicilie. Fu questo il provvedimento più negativo per la futura stabilità del regno perché diede l’avvio a un diffuso malcontento nell’isola in cui sia i ceti popolari che i possidenti erano ostili alla dipendenza da Napoli. Malcontento che sfociò a più riprese in moti separatisti: nel 1820, nel 1831, nel 1837, nel 1856 e nel 1848, quando i moti per l’indipendenza si saldarono con la richiesta di Costituzione e riforme e coinvolsero tutta l’isola e non solo Palermo come nei casi precedenti.

Anche nella parte continentale del regno ci furono cospirazioni, ispirate dai carbonari, che miravano però non a rovesciare la monarchia, ma solo a ottenere la Costituzione: nel 1820 i moti coinvolsero soprattutto gli ufficiali di stanza a Nola. Il re in un primo tempo concesse la Costituzione, ma a Lubiana durante il congresso con i sovrani della Santa Alleanza fu indotto a ritrattare gli accordi fatti con i patrioti. L’esercito, forte dell’appoggio delle truppe austriache, vinse la resistenza degli insorti guidati dal generale Guglielmo Pepe ad Antrodoco il 7 marzo 1821. I rivoltosi furono catturati e i capi del moto carbonaro, gli ufficiali Michele Morelli e Giuseppe Silvati, furono condannati a morte.
Il successore di Ferdinando I, il figlio Francesco I regnò per pochi anni (1825-1830) senza svolgere un ruolo significativo e nel 1828 dovette fronteggiare nuove insurrezioni nel Cilento.

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