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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Gli stati preunitari: origine, restaurazione, moti liberali - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.3 I ducati: tra Toscana e Romagna - Il Ducato di Parma e Piacenza: il ritorno e la fine dei Borboni

Il Ducato di Parma e Piacenza: il ritorno e la fine dei Borboni

Nel 1847, alla morte di Maria Luigia d’Austria, il ducato venne riassegnato alla linea parmense dei Borboni, in un primo tempo a Carlo II di Borbone (1847-1849) e, in seguito alla sua abdicazione, al figlio Carlo III (1849-1854).

Entrambi i sovrani usarono il ducato soprattutto per risanare le proprie finanze personali, sperperate con un tenore di vita dispendioso, e per finanziare ingiustificate spese militari: Carlo II si era accordato già con il duca di Modena nel 1844, addirittura prima di entrare in possesso del ducato, per cedere il territorio di Guastalla in cambio di denaro. Di mentalità illiberale, nel 1848 stabilì una convenzione con l’Impero austriaco concedendo alle truppe imperiali possibilità d’intervento contro qualunque tentativo di rivolta liberale.

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Carlo II, duca di Parma, 1850 circa

Il malcontento dei parmigiani, che avevano amato molto Maria Luigia, sfociò nei moti del marzo 1848 che costrinsero Carlo II a collaborare con i Savoia e a cedere il potere alla Suprema reggenza, un organismo di notabili locali di ispirazione liberale che iniziarono a studiare un progetto di Costituzione.

Carlo II fuggì in Sassonia e i parmigiani, arringati da Vincenzo Gioberti, proclamarono, tramite un plebiscito, l’annessione al Piemonte nel maggio del 1848. Gli sviluppi negativi della Prima guerra d’indipendenza e la sconfitta piemontese a Custoza vanificarono questa aspirazione unitaria e a Parma tornarono gli austriaci. Nuova annessione durante la ripresa della guerra nel 1849 e, dopo la sconfitta piemontese di Novara, nuova restaurazione austriaca che portò sul trono di Parma Carlo III. Cinque anni dopo Carlo III sarà assassinato in un attentato e il potere passerà nelle mani del figlio Roberto I di Parma (1854-1859) sotto la reggenza della madre Luisa Maria di Berry. Ancora sommosse e ancora repressione da parte della duchessa reggente fino alla deposizione il 9 giugno 1859.

Il 15 settembre 1859 venne dichiarata decaduta la dinastia borbonica e Parma entrò a far parte delle province dell’Emilia, rette da Carlo Farini. Nel 1860 il ducato passò tramite plebiscito al Regno d’Italia. Per Parma, che perdeva con l’annessione il ruolo di capitale, questo significò un periodo di decadenza culturale ed economica per la chiusura degli uffici pubblici, dei ministeri e degli artigiani che avevano lavorato per la corte parmense.

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