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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il biennio 1848-1849 - 3 SOGGETTI E PROTAGONISTI - Goffredo Mameli

Goffredo Mameli

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Goffredo Mameli nacque a Genova il 5 settembre 1827. Già durante gli studi dimostrò un precoce talento letterario, componendo versi d’ispirazione romantica, e uno spirito patriottico. Nel 1846 cominciò a impegnarsi in una associazione politica di ispirazione repubblicana e l’anno dopo divenne amico di Nino Bixio, che stava riorganizzando a Genova la propaganda mazziniana. Rapidamente assunse funzioni direttive nel movimento insurrezionale di Genova: alla fine del 1847 organizzò manifestazioni popolari per celebrare la cacciata degli austriaci da Genova nel 1746, e in questa occasione compose il Canto degli italiani; nel 1848 organizzò una spedizione di trecento volontari per andare in aiuto a Milano insorta. Durante la guerra, combatté nelle file dell’esercito di Garibaldi con il grado di capitano, poi ritornò a Genova dove diresse il quotidiano «Il Diario del Popolo». Seguì Garibaldi in Toscana e a Roma, dove partecipò all’organizzazione della Costituente e alla difesa della Repubblica Romana. Ferito accidentalmente a una gamba, fu curato male e morì di cancrena il 6 luglio 1849 a ventidue anni, tre giorni dopo la caduta della Repubblica Romana a opera delle truppe francesi.
Le vicende che toccarono al suo corpo sono significative per comprendere i contrasti politici che caratterizzarono la storia d’Italia fin dalla sua nascita e l’uso politico e propagandistico che si fece dei caduti per la patria.

 

Domenico Induno, Ritratto di Goffredo Mameli, 1849 circa

Appena Mameli morì, data la sconfitta dei repubblicani, il suo corpo fu deposto frettolosamente nel cimitero sotterraneo di una chiesa romana dove rimase fino al 1871, quando, finita la dominazione papale sulla città, le autorità ecclesiastiche concessero l’esumazione. A questo punto, però, era il nuovo governo italiano a non volere una cerimonia pubblica: Mazzini era ancora braccato come terrorista, la corrente repubblicana era malvista, le tensioni politiche erano molto forti. Il corpo quindi fu deposto a Roma nel cimitero del Verano con un funerale civile alla presenza di molti compagni d’armi che cantarono il suo inno tra il disappunto dei pochi rappresentanti del governo. Nel 1891, il governo decise di erigere sul Gianicolo un monumento a Garibaldi, ma rifiutò di far costruire accanto al monumento un sacrario per i caduti per l’unione di Roma all’Italia. Allora Alessandro Guiccioli, figlio di un ministro della Repubblica Romana del 1849, fece costruire a sue spese un monumento funebre dove vennero deposte le spoglie di Mameli.
Nel 1941, per sostenere la propaganda antifrancese, Mussolini fece riesumare nuovamente le spoglie dell’eroe per trasferirle all’Altare della Patria e, nell’attesa del termine dei lavori, le fece portare nella chiesa di San Pietro in Montorio, poco sopra la fossa in cui erano stati collocati i resti dei caduti della Repubblica Romana. Ancora oggi si trovano lì.

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Campisi, Monumento funerario a Goffredo Mameli,  Cimitero Comunale Monumentale del Verano, Roma

Guida alla Lettura

1) Il corpo di Mameli ebbe diverse sepolture nel corso degli anni seguenti e sempre assunse il valore di un simbolo. Per ognuna delle sue sepolture prova a dire di che cosa era simbolo e contro chi e che cosa?

2) Confronta le difficoltà della sua sepoltura con quella di Luciano Manara, anch’egli un patriota caduto in difesa della Repubblica Romana.

Altri possibili link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luciano_Manara
http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Romana
http://www.150anni.it/webi/

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