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Come arrivare alle competenze

L’impianto manualistico serve poco

Le competenze che caratterizzano la cultura storica non possono essere costruite solo con la tradizionale sequenza lettura-spiegazione-ripetizione del testo. L’approccio enciclopedico-descrittivo del manuale spinge gli studenti a essere solo ripetitori passivi di quanto il testo dice e lo studio finisce per non trovare un senso per le domande individuali o collettive.

Conoscenza storiografica → Manuale → Insegnante → Studente → Riproduzione passiva della conoscenza

Conoscenza storiografica → Manuale → Insegnante → Studente → Riproduzione passiva della conoscenza

Anche l’impianto cronologico-lineare, che tanti insegnanti considerano indispensabile per costruire negli studenti lo spessore temporale, in realtà non è funzionale alla costruzione di una cultura storica. La rigida sequenza in cui un popolo segue a un altro, un evento ne determina un altro fa apparire la storia come sistematica e oggettiva, mentre trascura di esplicitare che i contenuti di cui si parla sono il risultato di una scelta, non fa emergere le categorie e i modelli interpretativi utilizzati, non riconosce la possibile esistenza di memorie divise e di interpretazioni storiografiche diverse.

Ma prima della scrittura non era storia? E i popoli che non hanno una tradizione scritta non hanno storia? Questa scansione è frutto di una storiografia che privilegia aspetti politico-istituzionali e popoli mediorientali e mediterranei!

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Insistere eccessivamente sulla dimensione cronologica, inoltre, fa perdere un aspetto centrale della formazione storica scolastica dove lo studio non ha per scopo l’erudizione, ma la comprensione della dimensione storica in cui sono sorti gli aspetti e le problematiche della società attuale, per poterli comprendere e affrontare. In quest’ottica la sequenza cronologica lineare non serve, anzi, può essere addirittura fuorviante, perché non fa comprendere che, come scrive Cesare Grazioli, «[…] il tempo storico è sempre in funzione dello spazio e di un determinato tema o problema. In altri termini, per gli storici non è la cronologia, ma il tema a creare il tempo e il suo spazio di pertinenza: ovvero, tematizzare significa periodizzare e spazializzare».
Ma tematizzare e problematizzare non sono attività richieste dal modello canonico di studio della storia, che invece punta sul racconto lineare e lascia allo studente il compito di fare, intuitivamente e per suo conto, collegamenti e raccordi.

Meglio una didattica della ricerca

Così lo studio non è solo la ripetizione di contenuti già belli confezionati nei libri di testo o nelle parole dell’insegnante, ma una ricerca consapevole da parte degli studenti su temi/problemi storici che hanno una stretta implicazione con il presente. Il lavoro permetterà la riproduzione delle sequenze logiche e delle principali operazioni del “sapere esperto”, dalla ricerca e dalla lettura critica delle fonti, all’esplicitazione dei modelli interpretativi, alla riflessione sull’uso della storia nel dibattito sull’attualità.

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