Guida alla Lettura
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Fonti consultate
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Fonti consultate
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
L’impianto manualistico serve poco
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - La guerra nell’Ottocento: le battaglie e i modi di combattere nel Risorgimento - 3. Le forze armate - Bersaglieri e corazzieri
Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Le donne nel Risorgimento - 3 CULTURA E POLITICA - Collegi, istitutrici e precettori
Collegi, istitutrici e precettori
L’educazione delle ragazze nobili, ancora nell’Ottocento, veniva spesso svolta nei conventi o nei collegi religiosi, dove si insegnavano elementari nozioni di base (leggere, scrivere, far di conto) e quelle attività che potevano essere utili per le consuetudini sociali tipiche del ceto: ricamare, cantare, ballare, avere buone maniere. Oltre a queste abilità, le ragazze ricevevano un’educazione morale e religiosa destinata a prepararle al ruolo di mogli e madri, rispettose dell’ordine costituito. Se qualche fanciulla era in possesso di doti particolari, poteva imparare a suonare la spinetta, il cembalo o il piano, oppure poteva apprendere qualche lingua straniera utile agli affari e alla vita di società della famiglia, del padre o del fidanzato.
A volte all’istruzione di una ragazza di nobile famiglia si provvedeva direttamente in casa, affidando la bambina a una zia nubile o assumendo un’istitutrice o un precettore. Altre volte la madre stessa, o il padre in prima persona, dopo i primi anni, indirizzavano le letture delle figlie e le introducevano nelle conversazioni che si svolgevano con gli ospiti, come avvenne in molti salotti aristocratici attivi in diverse città italiane negli anni del Risorgimento.
Certo, nelle famiglie dell’aristocrazia e della borghesia più ricca l’istruzione delle figlie, anche quando mirava alla crescita culturale e personale, e non era finalizzata solo al matrimonio, non prevedeva uno sbocco professionale. Le numerose patriote che abbiamo incontrato nelle vicende risorgimentali, e che avevano certamente una vasta cultura, svolsero attività intellettuali motivate dal proprio spirito di iniziativa e dalle personali capacità artistiche e intellettuali, piuttosto che da un titolo di studio ufficiale.
Attività
1) Osserva l’espressione e il vestiario degli adulti e dei bambini ritratti nel quadro e rispondi alle domande riportate di seguito.
Emily Shanks, L’assunzione di un’istitutrice
-
Che gerarchia sociale puoi notare?
-
Chi è in soggezione?
-
Che atteggiamento hanno i bambini?
2) Vai alle unità indicate di seguito e svolgi l’attività richiesta.