top of page

Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L'impresa dei Mille - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.1 Quarto - All'alba della grande impresa (G.C. Abba)

All’alba della grande impresa (G.C. Abba)

AbbaDaquarto.JPG

Al garibaldino ligure Giuseppe Cesare Abba (Cairo Montenotte 1838 – Brescia 1910) si deve il più noto reportage della spedizione. Pubblicò infatti nel 1880 con il titolo Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille il fortunato rifacimento di un precedente lavoro (Arrigo da Quarto al Volturno, 1866). Ecco come descrive l’atmosfera prima della partenza.

Parma, 3 maggio 1860. Notte.
 
Le ciance saranno finite. Se ne intesero tante che parevano persino accuse. – Tutta Sicilia è in armi; il Piemonte non si può muovere; ma Garibaldi? – Trentamila insorti accerchiano Palermo: non aspettano che un capo, Lui! Ed egli se ne sta chiuso in Caprera? – No, è in Genova. – E allora perché non parte? – Ma Nizza ceduta? dicevano alcuni. E altri più generosi: – Che Nizza? Partirà col cuore afflitto, ma Garibaldi non lascerà la Sicilia senza aiuto. I più generosi hanno indovinato. Garibaldi partirà, ed io sarò nel numero dei fortunati che lo seguiranno. […] 

 


Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, p. 6. 

 

 

 


Parma, 3 maggio. Alla stazione.
 
Gli ho contati. Partiamo in diciassette, studenti i più, qualcuno operaio, tre medici. Di questi uno, il Soncini, è vecchio, della Repubblica Romana. Dicono che nel treno di Romagna troveremo altri amici, fiore di gente. Ne verranno da tutte le parti. Si fanno grandi misteri su questa partenza. A sentire qualcuno, neanco l’aria deve saperla. Ci hanno fatto delle serie raccomandazioni; ma intanto tutti sanno che Garibaldi è a Genova, e che andrà in Sicilia. Attraversando la città, abbiamo dato e pigliato delle grandi strette di mano, e avuto dei caldi auguri. […] 

 


Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, p. 8. 
 

 

 


Nella stazione di Novi.
 
Si conoscono all’aspetto. Non sono viaggiatori d’ogni giorno; hanno nella faccia un’aria d’allegrezza, ma si vede che l’animo è raccolto. Si sa. Tutti hanno lasciato qualche persona cara; molti si dorranno di essere partiti di nascosto. La compagnia cresce e migliora. Vi sono dei soldati di fanteria che aspettano non so che treno. Un sottotenente mi si avvicinò e mi disse: – Vorrebbe telegrafarmi da Genova l’ora che partiranno? Io, né sì né no, rimasi lì muto. Che dire? Non ci hanno raccomandato di tacere? L’ufficiale mi guardò negli occhi, capì e sorridendo soggiunse: – Serbi pure il segreto, ma creda, non l’ho pregata con cattivo fine. E si allontanò. Volevo chiamarlo, ma ero tanto mortificato dall’aria dolce di rimprovero con cui mi lasciò! È un bel giovane, uscito, mi pare da poco, da qualche collegio militare; alla parlata, piemontese. Non so il suo nome e non ne chiederò. Innominato, mi resterà più caro e desiderato nella memoria. 

 


Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, p. 10. 
 

 

 


Genova, 5 maggio. Mattino. 


Ho riveduto Genova, dopo cinque anni dalla prima volta che vi fui lasciato solo. […] Ieri sera arrivammo ad ora tarda, e non ci riusciva di trovar posto negli alberghi, zeppi di gioventù venuta di fuori. Sorte che, lungo i portici bui di Sottoripa, ci si fece vicino un giovane, che indovinando, senza tanti discorsi, ci condusse in questo albergo. La gran sala era tutta occupata. Si mangiava, si beveva, si chiacchierava in tutti i vernacoli d’Italia. Però si sentiva che quei giovani, i più, erano Lombardi. Fogge di vestire eleganti, geniali, strane; facce baldanzose; persone nate fatte per faticare in guerra, e corpi esili di giovanetti, che si romperanno forse alle prime marcie. Ecco ciò che vidi in una guardata. Entravamo in famiglia. E seppi sùbito che quel giovane che ci mise dentro si chiama Cariolato, che nacque a Vicenza, che da dieci anni è esule, che ha combattuto a Roma nel quarantanove, e in Lombardia l’anno passato. Gli altri mi parvero, la maggior parte, gente provata
 


Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, pp. 10-11.

 

 

Guida alla Lettura  

    
1) Perché Garibaldi dovrebbe partire per la Sicilia? Perché, secondo altri, potrebbe non farlo?
 
2) Perché Abba si considera fortunato? Quali motivazioni spingono lui e gli altri volontari? Fai le tue ipotesi riferendoti al testo. Poi confrontati con i compagni.
 
3) Ricava dal testo informazioni su età, professione, provenienza dei volontari in partenza con Garibaldi e riportale nella tabella.              

4) L’operazione dovrebbe svolgersi in segreto, ma a quanto pare… (Continua tu spiegando l’atmosfera di Genova.)    

bottom of page