Dopo la proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861), i governi di quegli anni fecero in modo che tutta la popolazione imparasse a vivere nel nuovo Stato unitario. Infatti solo pochi avevano partecipato alle lotte per l’unificazione dell’Italia: erano stati soprattutto abitanti delle città, uomini e donne ricchi e istruiti, mentre tanti altri erano rimasti indifferenti o addirittura contrari.
Ma ora tutti erano diventati cittadini italiani e dovevano obbedire alle stesse leggi e sentirsi parte di un’unica comunità nazionale. Era dunque necessario far apparire l’unità d’Italia come un fatto positivo e far conoscere e amare il nuovo re Vittorio Emanuele.
Tra i vari strumenti che furono usati dalla propaganda, uno fu molto visibile: in ogni paese e città d’Italia molte vie ebbero il nome di protagonisti o avvenimenti risorgimentali. Inoltre vennero eretti monumenti nelle piazze e nei giardini e vennero scoperte lapidi sui muri delle case in cui erano accaduti eventi significativi per l’unificazione della penisola. Tutto il territorio, quindi, fu usato come strumento per far crescere l’identità nazionale e per educare al culto della patria attraverso il ricordo del sacrificio e dell’eroismo di coloro che avevano combattuto per l’unità e l’indipendenza.
Guarda due esempi di questi monumenti, uno a La Spezia e l’altro a Trapani.